C’è molta attesa per la decisione della Cassazione, che deve stabilire se la difesa di Bossetti ha diritto ad analizzare il DNA per cui è stato incriminato.
C’è molta attesa da parte degli avvocati difensori di Massimo Bossetti, per la decisione che la Cassazione è chiamata a prendere sul ricorso presentato alcuni giorni fa, in cui la difesa chiede espressamente di poter analizzare con un perito privato i reperti che hanno portato alla condanna del muratore di Mapello.
Tra questi ci sono i vestiti di Yara Gambirasio insieme alla traccia biologica che è stata in seguito analizzata dalla scientifica, diventando la prova decisiva per l’incriminazione di Bossetti. Proprio in attesa della decisione della Cassazione, la Corte d’Assise di Bergamo ha rinviato a data da destinarsi l’udienza che era fissata per il 20 Novembre 2023, per comprendere se alla fine la difesa di Bossetti, avrà la possibilità non solo di visionare, ma anche di analizzare questi reperti.
Parte tutto dalla sentenza del Tribunale di Bergamo del 27 Novembre del 2019, in cui i legali di Bossetti venivano autorizzati ad effettuare una nuova analisi sulla tracce di Dna che incriminato il muratore e lo hanno etichettato come quell’Ignoto 1, la cui traccia biologica era stata trovata sul corpo della giovane ragazza uccisa.
Nel 2021 però la Cassazione rivede questa decisione, autorizzando la difesa soltanto a prendere “mera visione” i reperti. Da qui parte l’impugnazione da parte degli avvocati, che sostengono invece vi sia il pieno diritto, considerato oltretutto che si parla della prova regina che ha condannato il loro assistito all’ergastolo, di poter analizzare il DNA di Ignoto 1, come aveva sancito nel 2019 il Tribunale di Bergamo.
Claudio Salvagni, intervistato di recente nel corso della trasmissione “Crimini e Criminologia” ha ribadito quanto sia importante per il processo e per il rispetto dei diritti del suo assistito, poter avere una seconda analisi del DNA: “Abbiamo sempre chiesto, durante il processo, fin dall’udienza preliminare, che questo esame del Dna fosse svolto in contraddittorio proprio per consentire alla difesa di dimostrare che quei risultati erano sbagliati e che il Dna di ‘Ignoto 1’ non è il Dna di Massimo Bossetti. Purtroppo questo non ci è stato mai consentito”