Svolta nel suicidio della giudice Francesca Ercolini: i magistrati hanno deciso di iscrivere il marito nel registro degli indagati.
È passato un anno da quando la giudice Francesca Ercolini venne ritrovata senza vita nella sua abitazione a Pesaro. Furono il marito e il figlio a trovare il suo cadavere e chiamare le forze dell’ordine. L’autopsia fatta in seguito rivelò che la Ercolini, che lavorava come giudice della Seconda Sezione civile del Tribunale di Ancona, non era morta per cause violente e l’ipotesi del suicidio sembrò l’unica possibile, insieme a quella di un malore improvviso.
Un triste caso di cronaca che sembrava essersi risolto molto in fretta e che invece, a distanza di un anno dalla sua morte, arriva invece ad un punto di svolta inaspettato. La Procura dell’Aquila ha infatti iscritto nel registro degli indagati il marito della Ercolini con l’accusa di abusi e maltrattamenti ai danni della moglie. Le accuse rivolte all’uomo, avvocato molto noto nel pesarese, sono molto pesanti.
I magistrati infatti sono arrivati a ricostruire la difficile situazione che intercorreva tra marito e moglie attraverso le confessioni rese da alcuni familiari della vittima.
La procura sostiene infatti che la Ercolini fosse stata intrappolata dall’uomo in un rapporto tossico, costretta a subire innumerevoli vessazioni con “ritratti inequivocabili di lividi, escoriazioni ripetute, su varie parti del corpo, che sarebbero il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna”.
Una situazione che potrebbe infine aver spinto la giudice al suicidio.
Francesca Ercolini è stata ritrovata morta la mattina del 26 Dicembre del 2022. Il marito e il figlio 14enne erano usciti di casa per fare colazione e al loro rientro, intorno alle 11, trovarono la donna senza vita, avvolta con un foulard ad una balaustra dell’appartamento.
Venne poi ritrova in un ripiano della casa una preghiera che era stata scritta dalla donna , in cui la Ercolini chiedeva di poter avere la forza necessaria ad affrontare la difficile situazione familiare in cui si trovava.