Strage di Erba, arriva un colpo di scena: a Marzo si decide la revisione del processo
La Corte d’Appello di Brescia ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati difensori di Olindo e Rosa. A Marzo si decide la revisione del processo.
C’è una nuova svolta nella strage di Erba, un atroce ed efferato delitto avvenuto 18 anni fa. L’11 Dicembre del 2006 infatti, quattro persone, tra cui un bambino di soli due anni, vennero trucidate nella loro abitazione dando inizio ad uno dei casi di cronaca nera più seguiti d’Italia. I colpevoli vennero ben presto individuati nei vicini di casa di Raffaella Castagna, una delle vittime uccisa quel giorno insieme al figlio.
Olindo Romano e Rosa Bazzi vennero interrogati più volte dagli inquirenti fino al momento in cui non ammisero la loro colpevolezza, e da quel momento è iniziato uno dei processi più controversi della storia giudiziaria recente del nostro paese.
I dubbi infatti sulla loro reale colpevolezza sono aumentati di anno in anno, nonostante le confessione che i due avevano reso che in un primo momento avevano convinto tutti sul fatto che fossero davvero stati loro gli autori di quella strage. E adesso a diciotto anni di distanza, i giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno deciso di accettare l’istanza che è stata presentata dagli avvocati della coppia in cui si richiede la revisione del processo. Si apre dunque un nuovo capitolo di questa vicenda.
Gli avvocati difensori di Olindo e Rosa contestano la testimonianza di Mario Frigerio
Mario Frigerio fu l’unico a sopravvivere alla strage. L’uomo venne ferito con un profondo taglio alla gola che in teoria doveva ucciderlo, ma Frigerio era nato con una malformazione che gli ha infine salvato la vita: la sua carotide infatti era leggermente spostata rispetto alle altre persone ed è per questo che quel taglio così profondo non gli fu fatale.
Fu lui a riconoscere i coniugi come gli autori della strage, ma è proprio sulle ambiguità riscontrate nel modo in cui è stata ottenuta la sua testimonianza, che si sono concentrati in questi anni gli avvocati difensori di Olindo e Rosa.
La decisione dei magistrati di Brescia ha però mandato su tutte le furie Giuseppe Castagna, che nella strage perse la madre la sorella e il nipote: “Possono cercare in tutti i modi, ma non troveranno mai un’altra verità. Ogni volta che ci arrivavano notizie di iniziative della difesa o mediatiche provavamo dolore, ora è quasi noia: siamo stati anche attaccati personalmente”.