Calabria, spari intimidatori contro il gruppo industriale Callipo. L’imprenditore: “Siamo preoccupati”
Lo scorso fine settimana, il gruppo Callipo è stato vittima di un episodio intimidatorio: spari nel cuore della notte nell’area industriale.
Il gruppo Callipo, un’importante azienda calabrese che opera nella lavorazione e nell’inscatolamento del tonno, con oltre un secolo di storia, è stato vittima di un pesante episodio intimidatorio.
Lo scorso fine settimana infatti, sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco nell’area industriale a Sud di Lamezia Terme della Calippo, con il titolare, Pippo Callipo, che ha immediatamente contattato le forze dell’ordine che e si sono attivate per dare inizio alle indagini e capire perché il gruppo industriale sia stato vittima di un simile episodio.
Pippo Callipo è inoltre molto conosciuto ed inserito nel tessuto sociale del territorio, essendo stato anche per due volte candidato alla presidenza della regione Calabria. In realtà già in passato l’azienda è stata vittima di intimidazioni simili, presentando negli anni alcune denunce alle forze dell’ordine.
L’imprenditore Pippo Callipo: “Un episodio che non può essere ignorato”
Al momento però non è chiaro se quanto accaduto sia un fenomeno legato alla mafia o ad altri gruppi di criminalità organizzata. Immediata la solidarietà di politici e imprenditori della zona, con la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, che ha scritto un messaggio a Callipo, manifestandogli la massima solidarietà da parte delle istituzioni.
Pippo Callipo ai microfoni dei giornalisti si è dichiarato amareggiato per quanto accaduto: “Noi andiamo avanti, anche se bisognerà necessariamente affrontare la situazione sulla base delle nuove difficoltà e dei nuovi costi per la sicurezza. Un episodio del genere, comunque, non può certo essere ignorato, anche se ci crea disturbo e comporta una certa preoccupazione”.
Callipo ha poi espresso la sua rabbia per il fatto che la zona in cui sono stati esplosi i colpi di arma da fuoco, sarebbe in teoria dotata di telecamere di videosorveglianza di ultima generazione, che però erano da tempo disattivate: “L’impianto resta disattivato anche a causa del fatto che l’ente che lo gestisce non ha i soldi necessari per la manutenzione. In passato ci sono stati alcuni furti attribuibili alla microcriminalità locale. Ma si è trattato soltanto della manomissione di alcune cabine per rubare rame e fili elettrici”.