Era stato picchiato e poi bruciato vivo nella sua abitazione, e adesso la Procura di Pistoia ha arrestato il cognato con l’accusa di omicidio.
Alessio Cini era un uomo di 58 anni che lavorava come operaio tessile, morto l’8 Gennaio del 2024 tra le fiamme. È stato un vicino di casa a dare l’allarme e chiamare subito i vigili del fuoco dopo aver notato fiamme e fumo provenire dall’abitazione di Cini. Una volta arrivati sul posto, i vigili del fuoco non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’uomo, trovando il suo cadavere semicarbonizzato.
Le prime ipotesi era state quelle o di un suicidio o di un incidente domestico, a l’autopsia fatta sul corpo ha invece rivelato un’altra verità: Cini era stato aggredito in modo brutale prima dell’incendio, e sul suo copro c’erano ancora i segni delle percosse ricevute. Adesso, a distanza di dieci giorni dalla sua morte, la Procura di Pistoia ha emanato un fermo nei confronti del cognato e vicino di casa della vittima con l’accusa di omicidio.
Nell’ordinanza viene spiegato come nel corso delle indagini siano stati raccolti alcuni elementi che hanno inevitabilmente portato a l’incriminazione dell’uomo.
In primo luogo, alcune intercettazioni ambientali provenienti dalle cimici che erano state inerite nella sua auto, hanno rivelato un dialogo che l’uomo teneva in macchina con se stesso, in cui ammetteva l’omicidio del cognato ricostruendone la dinamica.
La procura avrebbe poi anche raccolto delle prove ritenute molto concrete sul possibile movente che avrebbe portato l’uomo a compiere questo atroce delitto. Come si legge nell’ordinanza le indagini patrimoniali “hanno consentito di individuare il probabile movente del gesto delittuoso, rinvenibile in una situazione reddituale difficile per l’indagato, ed in una aspettativa ereditaria che dalla morte di Alessio Cini sarebbe derivata e di cui avrebbe potuto indirettamente beneficiare”.
Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, il cognato avrebbe picchiato e aggredito Cini nella prima mattina dell’8 Gennaio, colpendolo più volte con una spranga alla testa e con diversi colpi al torace, prima di tramortirlo definitivamente e dargli fuoco.