Torturato e picchiato in carcere dagli agenti: “Dal video emerge la crudeltà, era inerme e steso a terra”
Era stato torturato e picchiato brutalmente da un gruppo di agenti nel carcere di bari. In questi giorni è uscita la sentenza di condanna per un agente e il medico dell’infermeria.
In tutto sono undici gli imputato nel processo per il reato di tortura e violenza ai danni di un detenuto del penitenziario di Bari avvenuto il 27 Aprile del 2022.
La tesi della Procura è che alcuni agenti del carcere, arrivati quella notte per placare l’ira di un detenuto che aveva dato fuoco ad un materasso della sua cella, abbiano reagito in modo violento e crudele, come ha spiegato la Gip di Bari Rossana de Cristofaro all’interno delle motivazione della sentenza che ha portato alla condanna dell’agente Benito Domenico Coppi.
L’uomo, ex sovrintendente della polizia penitenziaria è stato infatti condannato alla pena di tre anni e sei mesi per il reato di reclusione, tortura, falso idelogico e rifiuto d’atti d’ufficio. Come scrive la Gip “l’agire dell’imputato, e degli altri concorrenti nel medesimo reato, sarebbe comunque connotato da crudeltà, poiché dalla visione del video emerge chiaramente come si sia trattato di contegni eccedenti la normalità causale”.
La Gip: “La vittima durante il pestaggio era inerme, stesa a terra”
Ad aggravare ancora di più la situazione e la crudeltà del gesto è il fatto che il detenuto fosse affetto da seri problemi psichiatrici e anche per questo “in quegli specifici momenti apparso completamente inerme e disteso sul pavimento alla mercé degli agenti, senza alcuna reazione”.
Ma la condanna di Coppi difficilmente sarà l’unica perchè nella sentenza viene riconosciuto il fatto che la vittima ha subito violenze davanti ad un numero molto folto di agenti, e dunque non si tratta di una tortura condotta in solitaria da un singolo agente penitenziario. Per questo nello stesso provvedimento è stato condannato anche il medico dell’infermeria del carcere di Bari Gianluca Palumbo per il reato di omessa denuncia.
La rabbia degli agenti, che li ha portati a compiere un crimine così atroce, era dovuta in quel momento al fatto che l’uomo aveva appiccato un incendio nella sua cella, dando fuoco al suo materasso, costringendo il personale della struttura a far evacuare l’intera sezione.