Arriva una nuova testimonianza sul caso di Lilliana Resinovich: l’amante della donna mette in dubbio l’alibi del marito.
Grazie ad esclusiva ottenuta dalla trasmissione Mattino 5 in onda sulle reti Mediaset, è arrivata una nuova testimonianza che potrebbe aiutare gli inquirenti a fare luce sulla morte di Lialina Resinovich. A parlare ai microfoni dei giornalisti di Mediaset è Claudio Sterpin, l’uomo con il quale la donna aveva intrapreso una relazione sentimentale e che le è stato vicino fino a pochi giorni prima la sua sparizione.
Liliana Resinovich era infatti una donna di 63 anni scomparsa letteralmente nel nulla il 14 Dicembre del 2021. Viveva a Trieste e dopo settimane di ricerche infruttuose su tutta la zona da parte delle forze dell’ordine, il suo corpo venne ritrovato il 4 Gennaio del 20222, in un parco.
Era all’interno di due sacchi molto grandi di spazzatura, con la testa che era racchiusa in due sacchetti più piccoli di plastica. Da quel momento sono iniziate le indagini, e visto anche il modo in cui è stato rinvenuto il suo cadavere, gli inquirenti hanno sempre inseguito la pista dell’omicidio.
Dopo due anni in cui però non è stato iscritto nessuno nel registro degli indagati, la Procura di Trieste ha deciso nelle scorse settimane di far riesumare il cadavere e sottoporlo ad una nuova autopsia. La speranza degli investigatori, è che un nuovo esame sul corpo possa far emergere elementi utili a fare luce sulla morte della 63enne. Intanto però in diretta televisiva, Sterpin ha rivelato un dettaglio che mette il marito della Resinovich, Sebastiano Visintin, in una posizione molto scomoda.
L’uomo infatti ha sostenuto come “l’alibi perfetto di Sebastiano non è vero. Lui dice di essere andato alle nove di mattina a portare i coltelli nell’ultima pescheria, ma non è così. La mattina dopo, quando è scomparsa Lilly, l’ha saltata. Probabilmente perché alle 9 di quella mattina aveva altro da fare, ma questo deve dirlo lui”.
Sterpin ha poi posto l’attenzione dei telespettatori anche sul cordino che era stato ritrovato accanto al corpo della Resinovich: “È stato messo da chi l’ha portata nel boschetto. Serviva per dimostrare a chi l’avrebbe trovata che se l’era portato da casa assieme ai sacchi neri e alla bottiglietta, altre amenità del genere. Questa è la verità che deve uscire. Il mio ultimo pensiero è che stata tramortita, tenuta da qualche parte al freddo ed essere morta per ipotermia”.