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Drogava il marito e costringeva la figlia a inviare foto hard all’amante: la Procura di Lecce apre un’inchiesta

Lecce, la procura apre un inchiesta: avrebbe costretto la figlia a inviare foto hard all’amante (DepositPhotos) – Spynews.it

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta con accuse pesantissime verso una madre: avrebbe costretto la figlia minorenne a inviare foto hard all’amante per anni.

Una storia tremenda, che è stata resa pubblica in questi giorni nella Provincia di Lecce. I magistrati hanno infatti aperto un’inchiesta con nei confronti di una donna di 46 anni.

Le accuse sono molto gravi: è infatti accusato di aver somministrato al marito di nascosto degli ansiolitici ogni giorno affinché non fosse libera di parlare con l’amata un uomo di 52 residente in Lombardia con il quale la 46enne aveva iniziato un rapporto a distanza. Una relazione dai contorni scabrosi, in cui la donna ha ben presto fatto entrare anche la figlia minorenne, che all’epoca dei fatti aveva 16 anni.

La madre l’avrebbe infatti costretta secondo l’accusa ad “entrare” e vivere anche lei il rapporto amoroso con l’amante partecipando a chiamate, videochat e anche tante foto erotiche. La Procura sostiene infatti che in questi anni, la 16enne sia stata costretta a mandare oltre 10mila foto hard al 52enne sotto il perenne ricatto della madre.

Il processo inizierà il 5 Febbraio (DepositPhotos) – Spynews.it

Il marito sta seguendo una cura per disintossicarsi, il processi inizierà il 5 Febbraio

Una storia durata tre anni e che a quanto pare è emersa quando il padre della ragazza ha scoperto tutto controllando il telefono della figlia e scoprendo così le chat tra lei, la madre e l’amante. L’uomo ha immediatamente portato la ragazza lontano dalla donna, e sta adesso seguendo una terapia per disintossicarsi dagli ansiolitici che ha preso in modo inconsapevole per tantissimo tempo.

La moglie si è rifugiata da alcuni parenti, e sarà adesso chiamata a rispondere di queste pesantissime accuse il 5 Febbraio 2024, il giorno in cui si terrà la prima udienza. Ciò che comunque è chiaro è che la 46enne aveva sviluppato un rapporto torbido e morboso con il suo amante, di cui assecondava ogni richiesta pur di non interrompere la loro relazione virtuale.

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