Delitto di Avetrana, scarcerato Michele Misseri per un cavillo | L’incredibile confessione ai giornalisti: “Non dovevo uscire”
Michele Misseri lascia il carcere di Lecce ma ha prontamente ribadito la sua colpevolezza. Ha approfittato dello sconto di pena.
Domenica 11 febbraio, nella soleggiata mattina di Lecce, Michele Misseri si è svegliato uomo libero. Ha infatti finito di scontare gli otto anni di reclusione che il giudice aveva emesso per punire la soppressione del cadavere di Sarah Scazzi, gettata in un pozzo dopo il suo omicidio.
Per l’omicidio della nipote sono state invece condannate all’ergastolo Cosima Serrano e Sabrina Misseri, ritenute colpevoli con sentenza passata in giudicato.
Michele era in carcere dal 2017 e la sua scarcerazione è avvenuta con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, beneficiando della riduzione della pena. Decisiva la buona condotta del 69enne in carcere, grazie alla quale è riuscito a scontare 554 giorni di carcere.
Altri 41 giorni sono stati abbuonati grazie al decreto “svuota carceri”. Nel marzo 2023 Luca La Tanza, avvocato del Misseri, era riuscito a dimostrare che il condannato aveva scontato 3 anni di pena in una cella che non rispecchiava i requisiti minimi di spazio per i detenuti.
Misseri non cambia versione: “Sono colpevole, non dovevano scarcerarmi”
“Sono colpevole, non dovevano scarcerarmi. Io non volevo uscire perché non è giusto, sono io il colpevole. Questa colpa mi fa stare male”. Queste le parole di Michele Misseri nell’intervista concessa a La Stampa.
Poi ritorna sul ruolo avuto dalla sua famiglia nella vicenda, e conferma: “Penso continuamente a cosa ho fatto a quell’angelo biondo. Ma anche a mia moglie e mia figlia che non hanno fatto nulla a Sarah, le volevano bene. Sono io il colpevole, se non fossi stato io Sarah sarebbe ancora viva, sorridente tra noi”.
E poi ancora, promettendo una battaglia che non è ancora finita: “Mi hanno portato a dire cose che non volevo perché sono ignorante e mi hanno fatto passare da innocente ma non sono fesso e continuerò questa battaglia fino a che avrò vita”.