Gli inquirenti sospettano che Pittarello non abbia ucciso l’ex compagna in preda ad un raptus, ma sia stato un delitto a lungo premeditato.
Spunta adesso l’ipotesi della premeditazione per l’omicidio di Sara Buratin. Ci sono pochissimi dubbi ormai, e si attendono solo alcune conferme ufficiali, sul fatto che ad ucciderla sia stato il compagno Alberto Pittarello, con il quale la Buratin aveva concluso da poco una relazione durata 17 anni e che aveva portato anche alla nascita di sua figlia.
Il corpo di Pittarello è stato ritrovato nel fondo del fiume Bacchiglione insieme al suo furgone. Quel giorno l’uomo aveva chiesto un giorno di ferie per motivi familiari: nulla di strano, ha spiegato in seguito il suo datore di lavoro, perché Pittarello era solito prendersi libero sempre il martedì, come quel giorno. Quel martedì doveva incontrarsi con la sua ormai ex compagna per consegnare uno scooter da regalare alla figlia 15enne.
E invece è stata la scusa che l’uomo ha usato per poter vedere di nuovo la Buratin e colpirla mortalmente con un coltello da escursionista che aveva portato con sé. Ed è per questo che gli inquirenti sospettano che il suo gesto non sia nato da un raptus del momento ma sia stato invece a lungo premeditato.
Tutte le persone vicina alle coppie hanno raccontato come tra i due non vi fossero mai stati grandi litigi e segnali che potessero fare anche solo ipotizzare a un gesto così estremo da parte dell’uomo. È emerso inoltre che Pittarello avrebbe anche contattato uno dei suoi migliori amici pochi minuti prima di entrare in casa della Buratin, che però non aveva potuto rispondergli in quanto era impegnato a lavorare.