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Enna, prete condannato a quattro anni per abusi sessuali su un minore: “Ci sono anche altre vittime”

Enna, condannato a quattro anni per abusi su minore (DepositPhotos) – Spynews.it

Il Tribunale di Enna ha condannato don Giuseppe Rugolo a quattro anni e sei mesi di carcere per violenza sessuale su un minore.

Il Tribunale di Enna ha condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione il prete Giuseppe Rugolo, un sacerdote che era stato accusato di violenza aggravata nei confronti di un minore. La sentenza è arrivata al termine di una camera di consiglio durata otto ore. È stata il presidente del tribunale Francesco Pitarresi a leggere la sentenza alla fine dell’udienza a porte aperte, l’unica ammessa dai giudici, in quanto invece l’intero processo si era svolto a porte chiuse.

Le indagini nei confronti del prete erano iniziate dopo la denuncia presentata da un giovane, rimasto anonimo per i giornali, che raccontato di come l’uomo lo avesse violentato sessualmente tra il 2009 e il 2013. Il prete lo aveva a sua volta denunciato per diffamazione, dopo l’inchiesta, insieme ad altri quattro giornalisti. Il ragazzo, nella denuncia rilasciata agli inquirenti, aveva raccontato che era entrato in contatto con Don Rugolo quando era giovanissimo e coltivava il pensiero di poter entrare in seminario.

Enna, don Giuseppe Rogolo condannato per abusi su minore (DepositPHotos) – Spynews.it

La Pm nella requisitoria dopo la sentenza: “Comunque vada, oggi ha vinto il ragazzo”

Da quel momento il prete si è avvicinato sempre di più a lui, fino alla violenza, consumata nella Chiesa di San Giovanni Battista a Enna. ma non solo, perché nel corso delle indagini sono emerse altre violenze che il prete avrebbe perpetrato nei confronti di altri minori e su cui verranno aperti nuovi processi.

La pm Stefania Leonte, che aveva chiesto per l’uomo una condanna a dieci anni, si è comunque detta soddisfatta della sentenza: “Comunque vada il ragazzo oggi ha vinto, ha vinto il coraggio di questo ragazzo di affrontare l’incubo della sua adolescenza, perché non si è fermato davanti al timore di non essere creduto e al pregiudizio della gente, perché ha presentato la denuncia per un senso di dovere nei confronti di se stesso e dei suoi coetanei, che avevano subito i suoi stessi abusi e dei tantissimi adolescenti che frequentavano il gruppo sotto l’egida di Rugolo”

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