Arriva una svolta nelle indagini dei pestaggi nel carcere di Foggia ai detenuti: un’ispettrice era presente durante le aggressioni ma non ha denunciato nulla.
Continuano le indagini nel carcere di Foggia sul pestaggio di alcuni detenuti con problemi psichiatrici da parte di alcuni agenti penitenziari. Una delle novità nelle indagini portate avanti dai magistrati, risiede nel fatto che ci sarebbero delle prove che dimostrerebbero come l’aggressione a due detenuti avvenuta ad opera di più persona, si sia svolta sotto gli occhi di un’ispettrice di Polizia che però si è limitata ad assistere al pestaggio senza intervenire.
Una vicenda per cui sono almeno indagati dieci agenti: cinque di questi, secondo la tesi del’accusa,, avrebbero aggredito in branco un detenuto all’interno della sua cella, costringendola a stare nell’angolo della stanza per poi picchiarlo con estrema crudeltà. E sarebbe proprio questo il detenuto che a un certo punto ha iniziato a urlare e a chiedere aiuto all’ispettrice di Polizia che si trovava nell’altra stanza. L’aggressione ha provocato alla vittima diverse lesioni alla testa, all’occhio e al torace.
Nelle indagini è poi emersa che il detenuto aveva un compagno di cella che era stato allontanato al momento dell’aggressione per essere poi anch’esso picchiato brutalmente nella stanza dei centralini dagli agenti, che hanno finito anche con il distruggere i suoi occhiali da vista.
Ma non solo, perché sembra che quando sono iniziate i primi accertamenti all’interno del carcere per indagare su questi pestaggi, gli agenti e un ispettore avrebbero costretto con le minacce i detenuti coinvolti a dichiarare il falso ed addossare l’intera colpa di questi episodi. E persino i referti delle infermiere sulle lesioni che avevano riportati, sarebbero stati modificati internamente in modo da minimizzare la gravità dell’aggressione.