Cronaca

Unabomber, riparte la caccia dopo 30 anni dai primi attentati | Prelevato DNA anche ai giornalisti dell’epoca

Frame del TG1 dell’epoca: le bombe seriali piazzate da Unabomber sono avvolte ancora nel mistero – foto ansa – spynews.it

Nuovi prelievi di DNA su quindici possibili sospettati: la caccia al bombarolo ‘Unabomber’ riparte con le moderne tecniche scientifiche.

C’era una volta Unabomber, bombarolo seriale che a cavallo tra il ’90 e gli anni 2000 si rese protagonista di diversi attentati nel nord Italia, precisamente tra Friuli e Veneto. Un anno fa, il gip di Trieste incaricò il generale Lago (dei Ris di Parma) di analizzare 10 reperti storici prelevati sui luoghi degli attentati.

Si era quindi riaperta l’inchiesta bis contro ignoto, nel tentativo di analizzare i reperti con le moderne tecniche scientifiche. I periti del gip incaricati di presentare l’esito del lavoro ieri 18 marzo, hanno però preferito chiedere un rinvio dell’udienza al prossimo 30 aprile.

Il motivo? Avrebbero deciso di comparare i reperti con 15 persone residenti tra Pordenone e Udine, all’epoca sospettati ma poi non più considerati rilevanti. Le nuove tecnologie, come detto, potrebbero essere decisive per arrivare ad una conclusione certa.

Alessandra Devetag, uno degli avvocati delle 11 persone sotto inchiesta, ha così commentato: “Da tre settimane sapevamo che il colonnello Lago e la professoressa Pilli avevano chiesto una proroga di 60 giorni per la presentazione della perizia, perché dicono che le operazioni sono complesse. Elementi e soggetti da considerare sono tanti”.

Una delle scene che i RIS analizzarono all’epoca degli attentati di Unabomber – foto ANSA – Spynews.it

Prelievi a tutti i soggetti interessati, giornalisti inclusi

Dunque il legale ha proseguito: “Al momento non ci sono stati comunicati altri indagati, sappiamo però che è intenzione del gip esaminare il Dna di tutti i soggetti venuti a contatto, anche involontariamente, con i reperti trovati sui luoghi degli attentati. E infatti è stato prelevato anche ai giornalisti e agli addetti del tribunale e dell’archivio che li hanno maneggiati, per scartare le tracce da loro lasciate.

Quindi, sull’eventuale rifiuto al prelievo: “Questo eventuale nuovo gruppo di persone cui sarà chiesto di sottoporsi volontariamente al prelievo del Dna potrebbe rifiutarsi e il gip potrà valutare se disporre il prelievo coatto“.

Maurizio Paniz, avvocato difensore di Elvo Zornitta (l’unico indagato e poi scartato nella prima inchiesta), ha così commentato: “Non vorrei che fosse una perdita di tempo e che ancora una volta si illudessero le vittime di Unabomber di poter finalmente arrivare al colpevole. Sono passati 30 anni dai primi attentati, i reperti non sono stati conservati perfettamente e stiamo aspettando da una anno la perizia dei tecnici incaricati dal gip”.

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