Accusa un forte mal di testa, ma viene dimesso due volte dall’ospedale: muore pochi giorni dopo, indagati due medici
Si sono concluse in questi giorni le indagini sulla morte di Andrea Natalio, moto secondo la famiglia a causa di una diagnosi errata dei medici.
Andrea Natalio era un uomo di 40 anni morto nel novembre del 2022 per un’emorragia celebrale. Una tragedia che la famiglia ha sempre fatto fatica ad accettare, perché Natalio era stato dimesso per due volte di seguito dall’ospedale di Schiavonia, e per questo, subito dopo il suo decesso, è stato presentato un esposto in magistratura. Le indagini della Procura di Pavia sono durate quasi due anni e si sono concluse in questi giorni con due medici che rischiano adesso di dover affrontare un processo.
Alla fine di ottobre del 2022 infatti, il 40enne, che lavorava come autotrasportatore aveva iniziato a soffrire di mal di testa molto forti che lo avevano portato ad andare una sera in guardia medica.
Qui dopo essere stato visitato, gli erano stati prescritti dei farmaci in grado di regolare la pressione del sangue, con la rassicurazione che non si trattasse di nulla di grave. L’uomo però era peggiorato nei giorni successivi e per questo aveva deciso di sottoporsi ad una Tac nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Schiavonia, per capire la provenienza di questo mal di testa che non lo lasciava più vivere.
Secondo la famiglia la sua morte è stato un caso di malasanità
Anche in questo caso gli erano stati prescritti dei farmaci per l’ipertensione ed è stato dimesso nella convinzione che non vi fosse nulla di preoccupante nella sua situazione clinica.
Ma Natoli ha iniziato a stare sempre più male, fino al 2 Novembre 2022, quando ha accusato un malore ed è stato trasportato all’Ospedale di Padova, dove è morto due giorni più tardi a causa di un’emorragia cerebrale. A quel punto, la famiglia ha deciso di rivolgersi alla giustizia convinta che la sua morta fosse un caso di malasanità. Inizialmente. il pubblico ministero aveva deciso di iscrivere sei persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, per poi però restringere solo a du medici queste accuse.
Ciò che la Procura ha scoperto infatti, è che l’uomo aveva da tempo un aneurisma di circa 7 millimetri, che non è stata però scoperta a causa di una diagnosi errata, classificandoli semplicemente come paziente iperteso. Adesso, a distanza di due anni dalla sua morte, i due medici dovranno probabilmente affrontare un processo con l’accusa di omicidio colposo.