Uccisero il padre che picchiava la madre: condannati a 14 e 21 anni i fratelli Scalamandrè
Sono stati condannati a 14 e 21 anni di carcere Simone e Alessio Scalamandrè per l’omicidio del padre avvenuto nell’agosto del 2020.
Anche il processo d’appello bis per l’omicidio del 63 enne Pasquale Scalamandrè, avvenuta il 20 Agosto del 2020, si è concluso con la conferma della condanna dei suoi due figli, Alessio e Scalamandrè a 21 e 14 anni di carcere.
Un caso di cronaca nera che ha fatto discutere molto in Italia, in quanto i due ragazzi si sono sempre difesi, raccontando di essere arrivati a un gesto così estremo per difendere la madre, vittima di violenze in casa da diverso tempo e che proprio per questo, era stata costretta a rifugiarsi in una comunità protetta. Una vicenda che è arrivata adesso al quarto grado di giudizio che ha confermato la condanna per i due, senza riconoscere loro le attenuanti previste per i casi di maltrattamento.
Riccardo Lamonaca, avvocato difensore di Simone Scalamandrè ha commentato: “È un momento difficile, molto negativo. Le sentenze non si commentano, ma si impugnano. Cercheremo di cambiare ancora una volta questa sentenza. L’attenuante della provocazione sicuramente non è stata riconosciuta, così come la prevalenza delle generiche. Non è ancora la sentenza definitiva”.
Il padre gli aveva chiesto di ritirare le accuse di violenza e maltrattamenti alla madre
Nella ricostruzione dei fatti avvenuta a seguito delle indagini condotte dagli inquirenti, i due fratelli avevano ucciso il padre al termine di un litigio molto acceso nato nella loro casa. I due fratelli infatti avevano convinto la madre a denunciare il marito per violenze, maltrattamenti e minacce, e per questa la donna si era in seguito trasferita in una comunità protetta. Di fronte al rifiuto dei due figli di ritrattare le loro testimonianze, ne sarebbe nata una rissa che ha infine portato alla morte del 63enne.