La Procura di Treviso ha condannato due ragazzi con l’accusa di aver sequestrato e picchiato per anni presunti pedofili all’interno di un casolare nel Trevigiano.
Due ragazzi di 19 e 20 anni sono stati condannati in questi giorni dal Tribunale di Treviso con l’accusa di sequestro di persona, rapina aggravata e indebito utilizzo di carte di credito. Una storia di cronaca diventata tristemente famoso nel nostro paese perché i due giovani avevano deciso di dare la caccia ai pedofili, seguendo un’idea di un noto programma televisivo statunitense di inizio anni duemila, To catch the Predator, in cui, in collaborazione con la polizia, dei giornalisti cercavano di scovare pedofili in diretta televisiva.
Un programma chiuso nel 2008 a seguito del suicidio di uno degli uomini su cui i giornalisti avevano diretto i loro sospetti. E proprio seguendo questa idea di diventare dei veri e propri vendicatori, i due ragazzi nel Trevignano, hanno iniziato a fingersi minorenni su internet, allo scopo di farsi trovare e adescare dai pedofili che navigavano in rete. Dopo aver conquistato la loro fiducia e ottenuto un incontro fisico con loro, i due si presentavano insieme, e picchiavano brutalmente la vittima per poi sequestrarla e tenerla per giorni segregata in un casolare.
Questo loro modus operandi è durato per alcuni anni fino a quando nel 2023 non sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine in flagranza di reato: ritrovati in un casolare abbandonato con l’ennesima vittima incatenata.
In seguito, gli inquirenti hanno anche appurato che i due, come accaduto con la loro ultima vittima, un uomo di 50 anni, oltre a picchiare e sequestrare i presunti pedofili, sottraevano loro anche la tessera bancomat che utilizzavano in seguito per acquistare prodotti online. Nella ricostruzione fatta dai magistrati i due giovani, aiutati in alcune circostanze anche da un ragazzo di 15 anni, hanno iniziato la loro attività criminale nel 2022 e davano sempre appuntamento ai loro adescatori in zone molto isolate, confidando inoltre che nessuno delle vittime avrebbe mai denunciato. E difatti sono stati i carabinieri ad accorgersene, non in seguito a una denuncia, ma notando continui movimenti sospetti intorno a quel casolare nel Trevigiano.