Omicidio Patrizia Nettis, arriva un colpo di scena: c’è un nuovo testimone, ecco cosa ha raccontato agli inquirenti
Gli inquirenti avrebbero acquisito una nuova testimonianza che potrebbe rivelarsi fondamentale per fare luce sulla morte della giornalista Patrizia Nettis.
Arriva una svolta nelle indagini per la morte di Patrizia Nettis, la giornalista trovata morta nella sua abitazione il 29 Giugno del 2023. Sembra infatti che gli investigatori siano riusciti a rintracciare un nuovo testimone, una donna che raccontato agli inquirenti di aver visto un uomo sotto casa della donna la sera prima della sua morte.
L’uomo a cui fa riferimento la testimone è quel “politico” che rappresenta uno dei perni della difesa della famiglia della Nettis, che ha a lungo denunciato come durante e indagini si sia voluto trascurato il fatto che la Nettis aveva intrapreso una relazione sentimentale con un noto politico della zona. Quest’ultimo sarebbe divenuto noto agli inquirenti in seguito a un fitto scambio di messaggi WhatsApp che avrebbe avuto con un ex amante della Nettis, e sembra che i due in questi giorni si fossero “coalizzati” nel risentimento reciproco che avevano sviluppato per la giornalista.
E l’avvocato della famiglia Nettis, hanno sempre dichiarato la loro perplessità sul fatto che questo politico non sia mai stato interrogato dalle forze dell’ordine, o considerato un possibile sospettato. Rosanna Angelillo, madre di Patrizia Nettis, continua inoltre a denunciare anche il fatto che i magistrati continuano a negare un’autopsia sul corpo della figlia, che potrebbe essere ai suoi occhi risolutiva per dimostrare che la donna non si è suicidata, tesi a cui la famiglia non ha mai creduto.
La madre di Patrizia Nettis: “Il dubbio che possa non essersi uccisa c’è”
La Nettis venne infatti ritrovata impiccata a un lenzuolo. E come ha spiegato la madre, intervistata dai giornalisti di Quarto Grado “il dubbio che possa non essersi uccisa c’è. Non hanno sequestrato la casa, non hanno preso il lenzuolo e hanno anche cercato di convincerci che nostra figlia avesse anche bevuto varichina o qualcosa di simile per darsi una spinta. E non si fa un esame tossicologico? Questo ci lascia molto, molto perplessi. Per poter accettare la morte di mia figlia abbiamo bisogno di una verità e non riusciamo ancora ad accettare il lutto. È come se mia figlia morisse ogni 29 di ogni mese da quasi 10 mesi”