La rapina di un bancomat finisce malissimo: l’esplosivo utilizzato per aprirlo coinvolge il rapinatore, che perde il braccio. Arrestato.
I ladri, lo sappiamo, molto spesso devono essere dotati di un QI sopra la media per organizzare i propri colpi e allo stesso tempo fuggire alle autorità. Non è andata esattamente come aveva pianificato questo furfante che la scorsa notte, nel riminese, ha provato ad assalire un bancomat a colpi di dinamite.
Aiutato da alcuni complici, l’individuo di nazionalità rumena ha fatto esplodere il dispositivo per prelevare contante situato nel centro commerciale “Il Diamante” dall’agenzia “Riviera Banca” a Cattolica.
Ma qualcosa deve essere andato storto e il 36enne è crollato sotto le macerie da lui stesso provocate: nell’esplosione, è rimasto ferito al volto e al busto, oltre a perdere parte del braccio destro. I carabinieri lo hanno trovato agonizzante.
Non c’era traccia dei presunti complici, che lo avrebbero abbandonato una volta presa coscienza del fallimento del colpo. Le Forze dell’Ordine ipotizzano che, insieme ai complici, il malvivente abbia provato la cosiddetta “tecnica della marmotta” per aprire il macchinario.
Un pacchetto contenente della dinamite all’interno della fessura del bancomat: in questo modo viene deflagrata all’interno per aprire in maniera coatta una miniera di denaro contante. In teoria, una tecnica per far volare denaro contante degna dei migliori film americani.
In pratica, una stupidissima macchina di morte per attentare alla propria e all’altrui vita. Lo sa bene il ferito di questa incredibile vicenda, trasportato d’urgenza al Bufalini di Cesena in codice rosso e piantonato a vista dai militari.
Il pubblico ministero di turno sta coordinando in questo momento l’inchiesta per scoprire l’identità dei complici che lo avrebbero aiutato in questa sanguinosa “impresa”. Solo pochi giorni fa un altro ladro aveva provato un colpo dalle conseguenze disastrose, morto incastrato in una finestrella di servizio tentando di scappare in flagranza di reato.