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Morte Manuela Murgia, dopo 29 anni la famiglia non si arrende: “Non si è suicidata, il caso deve essere riaperto”

Manuela Murgia (Fonte: X) – Jmania.it

A 29 anni dalla sua morte, la famiglia della 16enne Manuela Murgia non si arrende e continua a chiedere la riapertura del caso.

Sono passati 29 anni dalla morte di Manuela Murgia, una ragazza di 19 anni il cui corpo venne ritrovato nella gola di Tuvixeddu, un paese che si trova vicino Cagliari. Un omicidio mai risolto, e per la quale famiglia continua ancora adesso a chiedere che venga fatta giustizia.

Anche perchè alla fine dello scorso anno, la famiglia della ragazza è riuscita a entrare in possesso di tutte le carte delle indagini condotte tre decenni fa e chiedono adesso alla Procura di non smettere di indagare, sostenendo che vi siano state troppe zone d’ombra nell’intera inchiesta. Manuela Murgia aveva 16 anni e il 5 Febbraio del 1995 era uscita da casa sua sparendo letteralmente nel nulla. Immediata la denuncia fatta dai genitori, dopo averla attesa invano quel giorno rientrare a casa, e dopo pochi giorni venne purtroppo ritrovato il suo cadavere. La prima ipotesi degli inquirenti quella di un suicidio, ma la famiglia respinse fin dal principio questa tesi, sostenendo invece che la figlia avesse incontrato qualcuno quel giorno.

La Procura decise però di chiudere le indagini circa tre anni dopo classificando la sua morte come un evento accidentale, causato forse da un pirata della strada che aveva investito la Murgia per poi occultarne il corpo.

Volante dei carabinieri (ANSA) – Spynews.it

Il caso è stato riaperto una prima volta nel 2012

Nel 2012 il caso venne però riaperto una prima volta, per essere poi nuovamente chiuso qualche mese dopo dai magistrati che non riscontreranno delle novità che potessero convincerli a continuare le indagini sulla sua morte.

La famiglia però ha sempre giudicato superficiale il portato degli inquirenti: “Vogliamo giustizia per nostra sorella, non si è suicidata. Il caso deve essere riaperto: vogliamo la verità. È ora di smettere di insinuare che si possa essere tolta la vita o sia caduta da oltre trenta metri. Vi è stata una brutale aggressione fisica. E dopo di che si è simulato maldestramente un suicidio”

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