Svolta epocale nelle indagini relative all’Unabomber italiano: sarebbe stato estratto il DNA del responsabile.
Un mistero che dura esattamente da 30 anni. Chi è Unabomber? Perchè ha piazzato, negli anni che vanno dal 94 al 2006, diversi ordigni esplosivi nei confronti di privati e aziende italiane? Ma soprattutto, può ancora essere assicurato alla giustizia?
Tutte domande che ora potrebbero ottenere finalmente delle risposte: è infatti ufficiale l’estrazione del suo DNA dalle prove in possesso della polizia. Gli investigatori avrebbero infatti preso in esami vecchi reperti dell’epoca e da lì sarebbero riusciti a risalire alle tracce genetiche.
In particolare trattasi di una bomboletta contenente stelle filanti, nastri isolanti da confezioni di pomodoro e maionese, un congegno applicato sotto ad una bicicletta, una bottiglia di CocaCola, un uovo e una scatoletta in latta contenente del pesce.
Il mistero di Unabomber si infittì quando si credette di aver trovato il responsabile, tale Elvo Zornitta. L’ingegnere del nord Italia fu accusato di essere l’uomo che mise a ferro e fuoco il Belpaese nei 12 anni in questione, ma le accuse vennero archiviate con un risarcimento di 300mila euro nei confronti dell’accusato.
Proprio l’avvocato di Elvo Zornitta ha preso una posizione forte nei confronti delle nuove scoperte, dichiarando ai quotidiani del gruppo Nem: “Era già stato ripetutamente estratto un Dna di Unabomber, quindi non so quale ulteriore approfondimento sia stato fatto, quali nuovi accertamenti”.
E poi ancora: “È inconcepibile che escano notizie che hanno determinato le pagine dei giornali di oggi e la difesa non ne sappia niente. Mi fa sorridere il fatto che i giornali scrivano ‘fitto riserbo degli investigatori’, mi chiedo allora come siano uscite queste notizie”.
Conclude quindi affermando che: “Sono sempre stato felicissimo di qualsiasi indagine, di qualsiasi approfondimento, ma rimangono significativi dubbi sulla conservazione dei reperti perché in questi anni le manipolazioni possono essere state molteplici e quindi non credo sia stata garantita la conservazione”.