Ex Vigilessa uccisa, ecco perché gli inquirenti dubitano della versione di Gualandi
Sono emersi nuovi particolari sulla morte di Sofia Stefani, che portano gli inquirenti a dubitare ancora di più della versione fornita da Gualandi, che continua a sostenere di aver sparato accidentalmente alla 33enne.
Continua a dichiararsi innocente Giampiero Gualandi, l’ex comandante di 62 anni accusato di aver ucciso Sofia Stefani, all’interno della Caserma di Anzola. È stato lui a chiamare i soccorsi, raccontando di aver sparato accidentalmente un colpo mentre puliva la pistola d’ordinanza che ha finito per colpire l’ex vigilessa. Una tesi di cui però gli inquirenti hanno iniziato a dubitare fin dalle prime ore di indagine, anche perché era emerso quasi subito che i due avevano avuto una relazione sentimentale.
Questo, unito al fatto che non era comunque usuale che un ex comandante pulisse la sua pistola d’ordinanza all’interno egli uffici del commando, ha infine convinto la Procura ad accusarlo di omicidio. Sarà adesso fondamentale attendere i risultati dell’autopsia che verrà effettuata sul corpo dell’ex vigilessa, e che si terrà domani, Mercoledì 22 Maggio 2024.
Gli esami autoptici potrebbero rivelarsi infatti fondamentali per ricostruire al meglio la dinamica che ha portato alla morte della giovane 33enne, e se si sia trattato o meno di un incidente. Il proiettile ha colpito la Stefani in faccia, sotto il suo occhio, e dunque il pm ha anche disposto dei rilievi tesi ad accertare balisticamente quale sia stata la traiettoria del proiettile, in modo da capire se Gualandi aveva in quel momento direzionato l’arma verso la donna.
La Stefani quel giorno aveva chiamato 15 volte l’ex comandante Gualandi
Resta comunque la certezza che tra i due vi fosse stata una relazione affettiva, come ha confermato ai magistrati lo stesso avvocato di Gualandi. Inoltre, gli inquirenti hanno subito analizzati il suo cellulare, trovando un fitto scambio di messaggi tra lui e l’ex vigilessa, come scritto nell’ordinanza di custodia cautelare con cui è stato condotto in carcere: “È evidente che Gualandi fosse stressato, come si evince dal tenore dei messaggi inviati nei giorni precedenti a Sofia Stefani”.
Ma non solo, perché, come ha rivelato in esclusiva il Corriere di Bologna, sembra che il giorno della sua morte, la Stefani avesse fatto circa 15 telefonate a Gualandi, e l’ultima era arrivata pochi minuti prima dello sparo. E questo induce le forze dell’ordine a sospettare ancora di più della versione fornita dall’ex comandante, che ha raccontato come non si aspettasse di trovare la donna in caserma, dato che non ricopriva più il ruolo di vigilessa da circa un anno.