Ex vigilessa uccisa, Gualandi cambia versione: cosa ha raccontato agli inquirenti
Giampiero Gualandi avrebbe ammesso con gli inquirenti, che il colpo che ha ucciso l’ex vigilessa sia partito dopo una colluttazione tra i due.
Si complica molto la posizione di Giampiero Gualandi, l’uomo accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, l’ex vigilessa uccisa all’interno della caserma di Anzolo. Era stato lo stesso ex comandante a dare subito l’allarme raccontando di come, mentre lui e la donna si trovavano in ufficio, fosse partito accidentalmente un colpo dalla pistola di ordinanza che stava pulendo in quel momento.
Il suo racconto non ha però convinto fin dalle prime ore gli inquirenti, che avevano già riscontrato diverse stranezze nella sua versione. Gualandi infatti non era più in servizio da tempo, e dunque era quantomeno curioso che avesse portato quel giorno la sua pistola d’ordinanza. Inoltre, le testimonianze raccolte già nel primo giorno di indagini, avevano permesso di stabilire che tra lui e la donna esistesse una relazione, che l’uomo aveva deciso di troncare da poco tempo, e per cui, come ha ricostruito in seguito l’accusa, “era molto stressato”.
L’unica certezza è che il colpo che ha ucciso la Stefani sia partito dalla sua pistola automatica, e adesso alcune testimonianze raccolte in caserma, tra gli ex colleghi dell’uomo, sembrano aggravare la sua posizione. Due vigili urbani hanno infatti raccontato di quanto fosse estremamente inusuale che Gualandi girasse armato in ufficio, e che anzi, non essendo più in servizio, raramente la portasse con sé.
Perché la procura è convinta possa trattarsi di un femminicidio
E dunque era già un fatto eccezionale che l’uomo avesse portato la sua arma in caserma proprio quel giorno. E inoltre, come ha in seguito ammesso l’ex comandante durante gli interrogatori, lui e la Stefani avevano avuto una lite in ufficio, poco prima che partisse il colpo che è stato fatale alla donna.
E difatti Gualandi ha cambiato la sua versione iniziale, raccontando che il colpo sia partito accidentalmente non mentre puliva l’arma, ma in seguito ad una colluttazione con la 33enne. E per questo la Procura è adesso convinta che possa trattarsi di un femminicidio, avvenuta forse la situazione di stress ed esasperazione dell’ex comandante, in quanto forse la Stefani non accettava la fine della loro relazione.