Chico Forti, l’associazione Sbarre di Zucchero: “Felici per lui, ma altri detenuti aspettano anni per incontrare la madre”
Continuano le polemiche dopo il rimpatrio di Chico Forti, con l’associazione Sbarre di Zucchero che enuncia la disparità di trattamento con gli altri detenuti.
Non si fermano le polemiche sul rimpatrio in Italia di Chico Forti, condannato all’ergatoslo in America per l’omicidio di Dale Pinkett. Già al suo arrivo, una parte dell’opinione pubblica si era dichiarata indignata dal trattamento che aveva ricevuto l’uomo, accolto al suo arrivo in aeroporto dalla Presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni. Un trattamento di favore, che per molti non può essere dato a un uomo accusato di omicidio.
Forti è stato detenuto in un carcere americano per 24 anni, e il suo caso è diventato in quetsi vent’anni uno dei più discussi nel nostro paese, in quanto in molti, tra cui anche la criminologa Roberta Bruzzone che si occupò del caso, sostengono che Forti fosse innocente, e che le indagini da parte delle autorità americane furono condotte con superficialità. Per anni, il suo ritorno in Italia è stato un grande tema di discussione nel nostro paese, e la sua estradizione era sembrata vicinissima già alcuni anni fa quando al governo c’era il Movimento 5 Stelle, con dI Maio che annunciò il suo rientro ormai imminente.
In quel caso invece si bloccò tutto, e solo il governo Meloni è riuscito infine ad ottenere il benestare del governo americano per il suo ritorno in casa. E anche il trattamento che sta ricevendo in carcere sta facendo molto discutere. Marco Costantini, segretario dell’associazione Sbarre di Zucchero, ha dichiarato: “Sono molto felice che Chico Forti sia tornato in Italia e che abbia potuto riabbracciare la mamma, ma come mai non c’è questa sollecitudine anche con gli altri detenuti? C’è gente che aspetta da anni per andare a trovare la madre. E a volte c’è chi non riesce ad arrivare nemmeno in cimitero, per salutare il proprio caro deceduto”.
La vice presidentessa di Sbarre di Zucchero: “È giustizia questa?”
Dello stesso avviso anche la vicepresidente dell’associazione Micaela Tosato che in un’intervista concessa al quotidiano il Dolomiti ha dichiarato come sia inaccettabile la disparità di trattamento tra Forti e altri detenuti italiani: “Il riferimento non è solamente a una delle ‘nostre ragazze’ come Annarosa Lorenz, che è entrata in carcere per una condanna definitiva e, qualche giorno dopo, ha perso il padre. Le è stato negato il permesso di recarsi al funerale. Forti, che siamo ben contenti sia potuto rientrare in Italia, ha invece avuto la possibilità di riabbracciare la mamma quattro giorni dopo essere sbarcato all’aeroporto. È giustizia questa?”