Per il pubblico ministero di Messina, Lanfranchi è morto nella sua abitazione, ed è stato trasferito in strada soltanto in un secondo momento.
Continuano le indagini da parte delle forze dell’ordine per ricostruire con precisione la dinamica che ha portato alla morte di Michele Lanfranchi, il ragazzo di 19 anni ritrovato senza vita nella serata di sabato 1 Giugno 2024, sul marciapiede davanti la casa in cui viveva a Messina. E la novità è che adesso il pubblico ministero della Procura di Messina Liliana Todaro ha formalmente iscritto nel registro degli indagati Giovanni Laganà, proprietario della casa in cui il giovane viveva in affitto.
Laganà ha 40 anni e l’accusa per lui è di omicidio, anche se al momento va precisato che la sua iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto. Secondo alcune testimonianze raccolte dagli inquirenti, Michele Lanfranchi aveva comprato da poco quell’arma e aveva raccontato ai suoi amici come gli servisse per vendicarsi di un torto subito da una persona.
E il colpo che gli è risultato fatale sarebbe partito proprio all’interno dell’appartamento in cui viveva, e soltanto in un secondo momento il suo cadavere sarebbe stato trasferito fuori dalla casa e portato in strada, in quella che per gli investigatori è stata una vera e propria messa in scena allestita dopo la sua morte.
A insospettire fin da subito gli inquirenti è stata la posizione innaturale in cui il suo corpo è stato ritrovato, in una stradina laterale al rione Giostra, con la pistola ancora in mano. Per avere maggiori certezze, bisognerà però adesso attendere la perizia dattiloscopia e balistica dell’arma. Sembra però che le forze dell’ordine abbiano già raccolto elementi sufficienti ad escludere il fatto che la giovane sia morta per mano della criminalità organizzata del luogo.