Bari, disabile aggredito e buttato in mare: “Bisogna denunciare, una sconfitta per la nostra città”
Sta facendo discutere il filmato girato a Bari e diventato virale sul web, in cui un ragazzo con problemi psichici viene aggredito e buttato in mare.
C’è un filmato che è diventato virale sul web in questi giorni, e che è diventato un vero e proprio caso che ha scosso la comunità di Bari. Si tratta infatti di un video, girato nella città e diffuso in seguito su Telegram, in cui si vede purtroppo un giovane ragazzo con problemi psichici subire una tremenda aggressione.
Nel filmato in questione infatti, mentre la vittima sta camminando su una banchina affacciata al mare nella città barese, si vede d’improvviso un ragazzo molto giovane, probabilmente un minorenne, piombargli addosso e gettarlo con un calcio a mare. Il video è adesso passato al vaglio delle forze dell’ordine che hanno per il momento aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti. Il primo scoglio che dovranno superare gli esperti della Polizia Postale, sarà in primo luogo quello di determinare la possibile data di questa aggressione, per poi capire se esistono elementi utili per poter identificare sia la vittima di questo gesto, che il ragazzo che lo ha spinto brutalmente in mare.
Bari, l’assessore al welfare Bottalico: “Rabbia e indignazione, una grande sconfitta collettiva”
Una vicenda che ha indignato fortemente Francesco Bottalico, assessore al welfare della città, come ha spiegato ai microfoni dei giornalisti di Ansa: “Ho visto anche io quel terribile video che è girato nelle ultime ore. Ho provato una profonda indignazione e una grande rabbia per quanto accaduto sul lungomare di Bari. Quello che ho visto io che hanno potuto vedere tutti coloro ai quali è capitato sott’occhio il video è la prova di una grande sconfitta collettiva”.
La politica ha poi proseguito nel suo intervento invitando la popolazione a non restare mai indifferente di fronte ad atti di questo genere e denunciare sempre qualora ne siano testimoni. Anche perché la donna ci ha tenuto a sottolineare come il problema non sia soltanto la brutale aggressione in sè, ma il fatto che queste persone si siano anche sentite libere di filmare il tutto e diffonderlo sul web, come fosse una goliardata di cui andare fieri.