Insospettita da alcune macchie che aveva trovato sui suoi vestiti la stessa notte in cui era avvenuto uno stupro in zona, la donna ha deciso di denunciare il figlio, presentandosi in caserma con le prove che aveva raccolto.
Si è presentata in caserma raccontando di come sospettasse che il figlio avesse stuprato una ragazza, e portando con sé delle prove che hanno permesso in seguito agli inquirenti di incriminare formalmente il giovane.
È accaduto a Pordenone, dove una donna ha deciso di denunciare il proprio figlio, dopo aver scoperto alcune prove che l’hanno convinto che fosse lui l’autore di uno stupro che si era consumato nella sua zona nella notte tra l’8 e il 9 Giugno. La vicenda è stata riportata in questi giorni dal giornale locale il Gazzettino che ha anche rivelato come la madre abbia portato in caserma le foto degli abiti macchiati del figlio, macchiate di uno spray anti aggressione di colore fucsia.
La donna ha infatti raccontato agli inquirenti come quella notte il figlio, un 29enne sudameircano, era rientrato a casa molto tardi, lasciando dei vestiti da mettere in lavatrici con delle macchia importanti, che non sono andate via al primo lavaggio.
Un particolare che ha iniziato a insospettire la donna che lo ha raccontato alla figlia, diventata anche lei testimone, in quanto avrebbe rafforzato la testimonianza della madre raccontando di come il fratello stesse progettando una fuga in Spagna, particolare che avrebbe scoperto ascoltando di nascosto una sua conversazione al telefono.
A quel punto i carabinieri hanno deciso di convocare subito il 29enne, che ha ammesso di riconoscersi nei filmati delle telecamere nell’uomo che stava seguendo la vittima nei minuti precedenti l’aggressione sessuale. Alle forze dell’ordine, il ragazzo ha poi confidato però di non ricordarsi nulla di cosa ha fatto quella sera, in quanto era molto ubriaco.