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Omicidio di Thomas a Pescara, il giudice: “Motivi futili, il debito ha solo attivato il loro impulso criminale”

Omicidio 17enne a Pescara
Omicidio 17enne a Pescara (ANSA) – Spynews.it

Sono diventati pubblici alcuni stralci delle motivazioni con cui il giudice ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per i due giovani coinvolti.

Emergono nuovi stralci dell’ordinanza di custodia cautelare dei due ragazzi coinvolti nell’omicidio del giovane 17enne Thomas, ucciso in un parco a Pescara per un debito di droga. È stato proprio uno dei due indagato ad ammettere che il ragazzo sia stato ucciso dalla sua comitiva, che a causa di un debito che aveva contratto di circa 250 euro, ha deciso di aggredirlo, con una violenza che è ben presto sfociata in furia omicida.

Il 17enne è stato infatti ucciso con oltre 25 coltellate , per essere poi persino deriso deriso e perseguitato mentre era ormai a terra morente, con uno dei ragazzi coinvolti che gli ha anche spento una sigaretta. Un omicidio cruento, come sottolineato dagli stessi magistrati nelle motivazioni disposte per la custodia cautelare per i due giovani, evidenziando la totale assenza di empatia anche dopo il tremendo crimine di cui si erano macchiati, recandosi in spiaggia, nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, e parlando dell’omicidio appena compiuto con grande leggerezza.

Cosa ha scritto il giudice nell’ordinanza

Scrive infatti il giudice come la “gravità dell’omicidio, che manifesta una inclinazione oltremodo violenta degli indagati, di gran lunga eccedente il movimento all’origine dell’aggressione così da doversi ritenere che l’esazione del credito abbia solo attivato l’impulso criminale, recidendo ogni ulteriore nesso con l’obiettivo dell’incontro con il debitore”. La tesi dunque è che non sia stata la rabbia per il debito a scatenare il loro istinto omicidio, ma che sia stato invece “un semplice pretesto per provocare sofferenza e uccidere un essere umano, sino quasi a integrare il motivo futile, ossia il motivo meramente apparente e in realtà inesistente, che cela l’unico vero intento”.

Nei giorni scorsi il padre carabiniere di uno degli indagati aveva infatti raccontato che forse l’omicidio per cui era anche accusato anche il figlio, si era svolto in modo molto più cruento di quanto avessero raccontato i giornali, e le parole del giudice contenute nell’ordinanza sembrano confermare in pieno questa tesi.