Emergono nuovi particolari sulla tragedia che ha portato alla morte di un bimbo precipitato in un pozzo mentre partecipava a un grest estivo.
Continuano le indagini da parte degli inquirenti per ricostruire l’esatta dinamica che ha portato purtroppo alla morte di un bambino, caduto in un pozzo e poi annegato mentre stava partecipando ad un camping estivo. Una delle ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine è che a spalancare le porte del pozzo, che era stato chiuso, sia stata una vecchia copertura che ha d’improvviso ceduto.
La tragedia è arrivata nel corso del tradizionale grest estivo organizzato dall’Anffas e ha sconvolto l’intera comunità di Palazzolo Acreide un comune che si trova in provincia di Siragusa. Nel pozzo si era subito calata un’educatrice che aveva assistito all’incidente, ma purtroppo per il bambino non c’era più nulla da fare. Sul luogo è arrivato in queste ore anche il primo cittadino del Comune Salvatore Gallo, che ai microfoni di Fanpage ha confermato in primo luogo che il pozzo era chiuso, e che si è aperto a causa del peso del bambino che ci era seduto sopra.
Gallo ha poi spiegato che il grest a cui aveva preso parte la vittima: “Era un bel progetto sperimentale. In cui bimbi normodotati lavoravano insieme a bambini con disabilità. In tutto, erano circa una ventina. Una educatrice si è immediatamente calata nel pozzo, per tentare di aiutare, mentre si aspettavano i soccorsi. Ma deve essersi fatta male anche lei, quando l’hanno estratta era ferita”. La donna è stata immediatamente trasportata in ospedale mentre soltanto qualche ora dopo, intorno alle 15e30, gli operatori dei vigili del fuoco sono riusciti a tirare fuori il corpo del bambino ormai privo di vita.
Bisognerà adesso attendere l’autopsia, anche se l’ipotesi degli inquirenti è che purtroppo il bambino sia morto annegato dopo la caduta. L’intera area è stata intanto messa sotto sequestro dalle forze dell’ordine allo scopo di completare tutti gli accertamenti utili alle indagini.