I Carabinieri di Bologna hanno arrestato un medico con accuse pesantissime: si sarebbe servito dell’ospedale in cui lavorava per spacciare cocaina.
Un’operazione antidroga si è conclusa in questi giorni nella città di Bologna, e ha permesso di scoperchiare uno spaccio di cocaina e di sostanze stupefacenti che avveniva all’interno di una struttura ospedaliera. E questo è sicuramente il tratto più incredibile dell’intera vicenda. I Carabinieri di Bologna hanno infatti arrestato un medico con l’accusa di aver fatto diventare il Policlinico Sant’Orsola Malpighi in cui lavorava, un vero e proprio centro di spaccio.
Da quanto si apprende, il dottore aveva creato una rete con alcuni narcotrafficanti che fanno capo ad un’organizzazione criminale operante tra l’Italia e l’Albania, e in cui l’uomo ricopriva il ruolo di intermediario nelle transazioni. Era lui infatti a fare da ponte tra i narcotrafficanti e i cosiddetti “cavallini”, ovvero coloro che si occupano di consegnare fisicamente la droga ai vari pusher della città per la vendita diretta.
Un’operazione importante nei numeri, che ha prodotto il sequestro di oltre settanta chili di cocaina nascosti in quattro appartamenti e sette automobili, dislocati nella zona che va da Corticella e San Lazzaro. A questo bisogna aggiungere il blocco dei conti corrente degli indagati, che ha permesso di congelare in tutto una cifra vicina ai due milioni di euro.
L’azienda sanitaria coinvolta in questa operazione ha dichiarato di essere totalmente estranea ai fatti e adesso il medico coinvolto dovrà rispondere di accuse molto gravi e di aver utilizzato la struttura pubblica in cui lavorava, come “base” per le sue attività criminali. Il segretario regionale Fials Emilia-Romagna ha condannato duramente quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri di Bologna: “Negli ospedali ci si prende cura dei cittadini e per questo le Aziende ospedaliere devono mettere in atto tutti i procedimenti per garantire la sicurezza dei degenti e dei lavoratori. La Fials chiede al Sant’Orsola di potenziare il sistema di videosorveglianza della struttura a tutela di tutti i lavoratori che operano all’interno del nosocomio, così come degli utenti che si recano lì quotidianamente per ricevere assistenza medica”.