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Scomparsa Francesca Deidda, ecco perché gli inquirenti hanno incriminato il compagno

Francesca Deidda (ANSA) – Spynews.it

Gli inquirenti sono convinti che il compagno della donna l’abbia uccisa simulandone la scomparsa.

Continuano le ricerche da parte delle forze dell’ordine per ritrovare il corpo di Francesca Deidda, una donna di 42 anni scomparsa nel mese di maggio nelle zone del cagliaritano. Per il suo omicidio è stato formalmente accusato il compagno Igor Sallai, che, secondo il pubblico ministero Marco Crocco, avrebbe ucciso la compagna per poter continuare a coltivare la sua relazione extra coniugale.

Di fronte ad accuse così gravi, l’uomo per il momento ha scelto di non rispondere davanti al Gip, e e si trova in carcere per rispondere di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. L’ipotesi avanzata dalla Procura, è che Sollai dopo aver ucciso la moglie, si sia impossessato del suo cellulare, fingendosi lei con amici e parenti, in modo da dare a tutti l’illusione che fosse ancora viva, sviando i sospetti da lui.

A un certo punto però, una collega di lavoro e il fratello della vittima si sono insospettiti e hanno iniziato a dubitare che la persona che rispondeva ai loro messaggi fosse realmente la Deidda, e il 30 Giugno, hanno deciso insieme di presentare una denuncia per la sua scomparsa. Da quel momento in poi sono partite le indagini, che hanno infine portato all’incriminazione di Solla.

Francesca Deidda (ANSA) – Spynews.it

È stata una collega della Deidda a svelare l’inganno

Gli sforzi per ritrovare il corpo della donna si stanno intensificando, e già dalle prossime ore, verrà indetta sul territorio un’operazione di ricerca in cui saranno coinvolti anche cacciatori, militari della compagnia di Iglesias, carabinieri della zona e Protezione Civile. Le zone scelte per le ricerche sono le ultime in cui la cella del cellulare della 42enne è stata agganciata dal dipartimento informatico delle forze dell’ordine.

Inoltre, alcune indiscrezioni rivelate dal quotidiano online Fanpage, raccontano di come la collega della vittima, abbia anche teso una trappola alla persone che riteneva si fosse impossessata del cellulare dell’amica.

Lo avrebbe fatto instaurando un dialogo con lei e facendo riferimento ad una collega fittizia, di cui si era inventata il nome in quel momento, che era stata appena licenziata. Il fatto che l’amica abbia risposto come se conoscesse la donna fittizia che era appena stata licenziata, ha dunque convinto la collega della fondatezza dei suoi sospetti.

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