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Sfruttamento del lavoro e riduzione in schavitù: arrestati due cittadini indiani

Arrestati due cittadini indiani per sfruttamento e riduzione in schiavitù
Arrestati due cittadini indiani per sfruttamento e riduzione in schiavitù (PIxabay) – Spynews.it

Un’inchiesta portata avanti alla Guardia di Finanza e che ha permesso di scoperchiare un sistema di sfruttamento del lavoro nei confronti di decine di braccianti indiani.

Sfruttamento del lavoro e riduzione in schiavitù. Sono molto gravi le accuse a cui sono chiamati adesso a rispondere due cittadini indiani nel comune di Cologna Veneta in provincia di Verona. la Guardia di Finanza ha infatti avviato un’indagine nei confronti della loro attività commerciale, in cui è emerso come i due uomini abbiano messo in piedi un vero e proprio sistema criminale per reclutare braccianti.

I due infatti, titolari di alcune attività nel settore agricolo, convincevano i propri connazionali a lasciare la loro nazione e a venire a lavorare in Italia alle loro dipendenza, a condizioni che si rivelano di sfruttamento e schiavitù.

In primo luogo richiedevano ai lavoratori di versargli una cifra di circa 17 mila euro per potergli garantire il permesso di soggiorno: molti, come si è scoperto durante le indagini, per far fronte a questa spesa indispensabile per iniziare a lavorare, finiva anche per indebitarsi con i due, arrivando dunque a lavorare gratis per estinguere il prestito. E questo ha portato tantissimi braccianti ad andare a lavorare gratis, sette giorni su sette, per circa dodici ore al giorno.

I due sequestravano il passaporto dei braccianti al loro arrivo, in modo da ricattarli

Una situazione di sfruttamento e illegalità scoperchiata dalla Guardia di Finanza, e che ha portato anche al sequestro di beni per 475 mila euro ai due cittadini indiani Inoltre, affinché i braccianti una volta arrivati in Italia, non denunciassero alle autorità la situazione di sfruttamento lavorativo in cui versavano, i due sequestravano loro anche i passaporti non appena arrivavano in Italia. Tragiche anche le condizioni igieniche sanitaria in cui i braccianti erano costretti a vivere nelle case in cui venivano ammassati.