La donna americana è stata condannato per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, da lei indicato come l’autore dell’omicidio alla giovane studentessa.
Alla fine per Amanda Knox è arrivata la condanna in via definitiva per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Non ha dubbi infatti la Corte D’Assisi d’appello di Firenze che ritiene che le prove contro la donna siano tante e incontrovertibili per quanto riguarda l’intento diffamatorio della Knox,
Come scrive il giudice ad esempio, in uno dei passaggi della sentenza, il memoriale scritto dalla donna coinvolta nell’omicidio di Meredith Kettcher rappresenta un chiaro atto di accusa contro Lumumba, da lei indicati come l’assassino della giovane studentesse. La Knox però non avrà alcuna pena detentiva a cui sottostare perché ha già scontato gli anni previsti dalla pena quando era reclusa in carcere per quello che è diventato fin da subito un caso di cronaca nera tra i più famosi degli ultimi vent’anni, conosciuto anche come il delitto di Perugia.
Secondo i giudici la Knox era perfettamente consapevole che Lumumba fosse in realtà innocente, in quanto si trovava all’interno dell’abitazione al momento dell’omicidio.
La donna americana aveva invece deciso di mentire e fare il suo nome per tentare di uscire, come si può leggere nella sentenza “dalla scomoda situazione in cui si trovava, accusando un innocente per porre termine alle indagini, reputandosi in una posizione delicata e non potendo prevederne l’esito”.
Ancora più grave il fatto che la Knox non abbia mai tentato di tornare indietro sui suoi passi e proprio questo atteggiamento è ciò che ha portato la Corte a formare ancora una volta come la sua intenzione di diffamarlo fosse chiara e consapevole.