Omicidio Biagi, torna in libertà l’ex Br Boccaccini. Il figlio del giuslavorista: “Per mio padre nessuna giustizia”
Sta facendo molto discutere la scelta del tribunale di sorveglianza di Alessandria, di scarcerare l’ex Br Boccaccini per buona condotta. È uno degli uomini condannati per l’omicidio di Marco Biagi.
Simone Boccaccini, l’uomo condannato per l’omicidio di Marco Biagi, l’avvocato ucciso il 19 Marzo del 2002 per mano delle Brigate Rosse, è tornato in libertà. Una decisione che sta facendo discutere e indignato l’opinione pubblica perché riguarda d’altronde una delle pagine più dolorose della storia politica recente italiana.
Boccaccini stava scontando la sua pena detentiva nel carcere di Alessandria e dopo aver ottenuto una riduzione di pena pari a dieci mesi grazie alla buona condotta, il Tribunale di Sorveglianza ha deciso di concedergli la libertà. Boccaccini era un idraulico che lavorava al Comune di Firenze e sindacalista quando è stato arrestato con l’accusa di essere stato uno dei riferimenti per la panificazione dell’omicidio di Biagi.
La sua condanna all’ergastolo è arrivata nel giugno del 2005 dalla Corte di Assise di Bologna, sentenza poi confermata dalla Cassazione nel 2007. Chi invece aveva sparato materialmente al giuslavorista era Marco Galesi, che però è deceduto un anno dopo il delitto. La notizia della liberazione di Boccaccini non h a certo fatto felice il figlio di Biagi, Lorenzo, che ai microfoni dei giornalisti ha dichiarato: “I brigatisti rossi che hanno ucciso mio padre devono scontare tutta la condanna, altrimenti significa che non viene fatta giustizia un’altra volta, dopo il caso della mancata scorta a mio babbo”.
Il figlio di Marco Biagi: “Mi ferisce in modo profondo sapere che lui è un uomo libero”
L’uomo ha poi continuato spiegando ai giornalisti di Repubblica che lo hanno contattato telefonicamente: “È una notizia di cui prendo atto, si sapeva già. Per me non dovrebbero esserci sconti di pena per i terroristi, ma la giustizia italiana funziona così. Mi ferisce in modo profondo sapere che lui è adesso un uomo libero, ma non posso farci niente. Vado avanti e li ignoro, perché l’indifferenza nei confronti di chi ha ucciso mio babbo è il modo per andare avanti nella mia vita, che è l’unica cosa che conta”