Morte Alex Marangon, il padre: “Vogliamo giustizia, qualcuno sta utilizzando la sua carta di credito”
Il padre di Alex Marangon ha pubblicato un duro scopo su Facebook nel quale accusa le autorità di non star facendo abbastanza per fare luce sulla morte del figlio.
Sono passati circa due mesi dalla morte di Alex Marangon, con la Prcoura che dopo l’autopsia effettuata sul corp del 26enne, ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio volontario, e in questi giorni, il padre della vittima Luca Marangon, ha scritto un post su Facebook accusando le autorità di non stare facendo il possibile per scoprire cosa sia realmente accaduto quella notte al figlio.
Inizialmente infatti a tesi degli inquirenti era che Marangon si fosse allontanato in tarda notte dall’abbazia in cui si stava tenendo la festa a cui aveva deciso di partire, finendo per cadere accidentalmente all’interno del fiume Pieve perdendo così la vita. Ma gli esami sul cadavere del giovane fatti nei giorni successivi hanno raccontato una realtà molto diversa. Sul corpo di Marangon sono state infatti ritrovate ferite e lesioni che hanno portato a quel punto le forze dell’ordine, a ipotizzare ce il 26enne sia stato invece vittima di un omicidio.
Adesso però la famiglia chiede che si faccia davvero piena luce su quanto accaduto, nella convinzione che la polizia abbia commesso diversi errori durante le indagini. Bisogna in tal senso precisare che è stata la famiglia a richiedere che l’automobile con cui il ragazzo si era recato all’abbazia fosse analizzata. Le analisi della scientifica hanno poi rivelato la presenza di tracce del sangue al suo interno, anche se non è ancora chiaro a chi appartengano.
Il padre di Alex Marangon: “Era finito in una setta, non erano veri amici”
Al contempo però, i familiari non si spiegano perché sia stato necessario il loro intervento per far analizzare l’auto di Marangon. Adesso il padre denuncia anche il fatto che qualcuno stia continuando a utilizzare la carta di credito del ragazzo. Marangon ha poi parlato anche dei motivi per cui il figlio si era recato a quel l’abbazia, raccontando che nasceva tutto da un gruppo di persone che aveva conosciuto tempo prima, e con cui aveva iniziato a stringer amicizia: “Alex (purtroppo) era troppo buono e voleva bene a tutti, non riusciva a vedere il male nelle persone. ‘Pensa che dopo 2 ritiri all’abbazia di Vidor ci diceva ‘mi vogliono bene tutti, mi fanno sentire come in una famiglia’ e, nonostante noi cercavamo di fargli capire che più che di una famiglia si trattava di una setta e che i veri amici erano altri e non questi personaggi conosciuti sotto effetti psichedelici, per lui non era così”.