L’accusa ha chiesto l’ergastolo per la donna, che continua a dichiararsi innocente, e tutto verrà deciso nell’udienza di Novembre.
Alla fine, al processo d’appello è stato chiesto l’ergastolo per Elona Kashela, la donna di 40 anni accusata di aver brutalmente ucciso i genitori del suo ex fidanzato, e di aver poi infilato i loro cadaveri in quattro valigie che sono state ritrovate tempo in un campo di periferia nel mese di Dicembre 2020. Si tratta di Teuta e Sphetim Pasho, la cui scomparsa era stata denunciata nel 2015.
La donna è sempre stata l’unica imputata per questo duplice omicidio e nel Maggio del 2023, era stata condannata a 30 anni di carcere dai giudici della Corte D’Assise di Firenze. Adesso però l’accusa chiede una pena molto più severa e si deciderà tutto nell’udienza che si terrà il 27 Novembre 2023. Le indagini era arrivate ad un punto di svolta il 22 Dicembre del 2020, quando la donna era stata arrestata.
È stata lei infatti secondo l’accusa ad uccidere i genitori dell’ex fidanzato tra il 1 e il 6 Novembre del 2015 in un appartamento in via Fontana a Firenze. L’accusa mossa dagli investigatori che ha poi portato alla sua condanna, è che la Kalesha temeva che i suoi due suoceri, potessero rivelare al compagno che aspettava un figlio da un altro uomo, e che per vendetta l’uomo la uccidesse.
Inoltre, la donna avrebbe interrotto la gravidanza circa cinque giorni prima della scomparsa della coppia. La difesa continua a sostenere l’innocenza della donna, puntando sul fatto che sulle maniglie della valigia in cui sono stati ritrovati i cadaveri non è mai stato ritrovato il suo Dna.
Secondo l’accusa, la Kalesha avrebbe ucciso barbaramente entrambi i suoceri perché temeva che i coniugi potessero rivelare al figlio che aspettava un bambino da un altro uomo e che Taulant potesse ucciderla. La donna interruppe la gravidanza il 27 ottobre 2015, cinque giorni prima della scomparsa della coppia. L’accusa ha invece sempre sostenuto che esistono gravi indizi sulla sua colpevolezza.