Antonella Lopez, don Angelo Cassano: “ Non si riduca il suo omicidio a una semplice lite”
Sono molto forti le dichiarazioni rilasciate da don Angelo Cassano, parroco di uno dei quartieri di Bari della vittima.
È un intervento molto duro quello fatto ai microfoni di Fanpage da don Angelo Cassano, parrocco della Chiesa di San Sabino di Bari, commentando il cruento omicidio in cui ha perso la vita Antonella Lopez, una ragazza di 19 anni uccisa con un colpo di arma da fuco in discoteca. Per il sacerdote è importante non ridurre quanto accaduto a una semplice lite tra ragazzi: “Derubricare quello che è successo sabato sera a una ‘lite finita male’ è sbagliato. Quello che è accaduto va letto in altro modo: siamo in un contesto in cui le organizzazioni criminali, pur essendo state ridimensionate a seguito di importanti inchieste della magistratura, sono presenti e vivono nei territori attraverso i giovani e i giovanissimi”.
Don Cassano ha poi continuato spiegando che il territorio in cui vive è ormai da decenni pieno di criminalità, di armi che girano con estrema facilità anche tra i ragazzi. Molti clan sono oltretutto controllati proprio da giovanissimi, dopo che i genitori sono finiti in carcere.
Ha poi citato anche una recente inchiesta giudiziaria del 2019 che aiuta a comprendere quanto sta accadendo sul territorio di Bari: “Come dimostra l’inchiesta “Codice interno”, riguardante le comunali baresi del 2019, le mafie sono presenti a tutti i livelli e arrivano anche in provincia: sono nella politica, nello sport, nel turismo, tra i lidi balneari, nelle attività imprenditoriali”.
Sul caso sta indagando la direzione distrettuale Antimafia di Bari
Antonella Lopez aveva 19 anni e ha perso la vita nel corso di una sparatoria avvenuta in un locale a Molfetta, dove si era recata per trascorrere una serata insieme ad alcuni amici. Viveva nel rione nord di San Girolamo e cosa sia successo quella sera, è ancora oggetto di indagine da parte degli inquirenti. Fin dall’inizio, vi è stato comunque il sospetto che la sparatoria fosse legata a un regolamento di conti tra i clan della zona. Per questo sul caso ha iniziato sin da subito a indagare anche la direzione distrettuale antimafia di Bari.