Cristina Golinucci, a 32 anni dalla scomparsa arriva una nuova archiviazione
Alla fine, il Tribunale di Brescia ha deciso di archiviare per la decima volta il caso di Cristina Golinucci dopo le nuove indagini.
Anche questa volta, il caso di Cristina Golinucci, la ragazza di 21 anni scomparsa nel nulla nella città di Cesena nel 1992, sarà archiviato. E si tratta della decima volta che questo accade. Era stata la famiglia a chiedere al Tribunale di Forlì la riapertura del caso, ma alla fine, i magistrati hanno deciso che le nuove testimonianze raccolte, non sono sufficienti per poter tornare ad investigare sulla scomparsa della Golinucci.
La madre della ragazza non è sorpreso dalla decisione presa dai giudici: “Sono abituata alle decisioni dei giudici, ma spero che non mi abbandonino. Dallo Stato non vorrei delle scuse, perché dopo tanti anni non me ne faccio niente”. La famiglia si era concentrata molto sulla figura di Emmannuel Boke, un ragazzo che in quegli anni era ospite del convento in cui la 21enne si reaca spesso, ma le indagini sul suo conto, nonostante sia stato in seguito condannato per violenza sessuale, non hanno mai portato a nulla di rilevante. Cristina Golinucci era scomparsa il 1 Settembre del 1992.
Quel giorno la ragazza aveva appuntamento con suo padre spirituale al convento dei cappuccini di Ronat, ma non si è mai presentata e da quale momento, dopo che la famiglia ne ha denunciato la scomparsa, sono iniziate le ricerche che però non hanno mai portato a nulla.
La battaglia per la verità della famiglia Golinucci
La famiglia non si è mai arresa al fatto che il caso potesse essere semplicemente archiviato, e da allora ha iniziato una battaglia per la verità che dura da 32 anni. L’ultima nuova testimonianza raccolta dalla famiglia, raccontava di colui che al tempo della scomparsa della 21enne era un ragazzo, e aveva visto la donna in compagnia del prete dirigersi nel bosco. Ma non solo, perchè sempre quest’uomo avrebbe in seguito raccontato che proprio in quei giorni, gli erano stati segnalati due sacchi di spazzatura nel bosco, da cui proveniva un terribile odore. Ma alla fine questa testimonianza non è stata giudicata sufficiente dai giudici per riaprire il caso.