Neonati morti, chiesto il carcere per la Petrolini: “Genitori non possono vigilare, non si erano mai accorti di nulla”
In un’intervista concessa a Repubblica, il procuratore Alfonso D’Avino ha spiegato i motivi che lo hanno portato a chiedere la detenzione per la 21enne.
La Procura di Parma ha deciso di chiedere la detenzione in carcere per Chiara Petrolini, che per il momento si trova ancora ai domiciliari a disposizione del Gip. Secondo il Procuratore Alfonso d’Avino esistono diversi elementi che fanno ritenere che la ragazza possa reiterare il reato di cui si è macchiata, e che dunque la sua pericolosità sociale debba determinare la detenzione in una struttura penitenziaria. Chiara Petrolini è accusata di omicidio e occultamente di cadavere.
Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, dopo che anche le analisi del Dna hanno confermato che è lei la madre dei due neonati ritrovati sepolti nella abitazione della sua famiglia a Parma, la 21enne avrebbe portato a termine due gravidanze, nascondendo il suo stato a tutti, per poi uccidere i neonati appena erano nati e nasconderne il corpo. Per quello morto a Maggio, i rilievi della scientifica hanno già dimostrato che era vivo al momento della nascita, al punto che la Procura ne ha già disposto la sua iscrizione all’anagrafe e la successiva sepoltura.
Inoltre, il Procuratore Alfonso D’Avino ha rilasciato un’intervista a Repubblica per chiarire meglio i motivi che lo hanno spinto a formulare questa richiesta nei confronti della ragazza. D’Avino ha infatti dichiarato che la Petrolini va considerata “una donna con una pericolosità sociale che potrebbe commettere altri reati. Questa cosa è presunta per legge, non da noi. Per l’omicidio è prevista la custodia cautelare in carcere. I genitori non possono vigilare sulla detenzione, parliamo di persone che non si erano mai accorte di cosa accadesse in casa loro”.
Il Procuratore d’Avino: “Per quanto sembri incredibile, l’inchiesta certifica che ha agito da sola”
Intanto, la Petrolini, dopo essersi avvalsa della facoltà di non rispondere durante il primo interrogatorio di garanzia, non ha chiesto per il momento di essere nuovamente ascoltata dai magistrati. Non si fermano in ogni caso le indagini da parte della Procura. D’Avino ha infatti spiegato che si stanno completando gli ultimi accertamenti sul caso e non sono emersi elementi che facciano al momento supporre che la 21enne abbia avuto dei complici: “Per il momento prendiamo atto di quanto emerge dalle indagini che fondamentalmente dicono due cose: Chiara avrebbe fatto tutto da sola e nessuno avrebbe saputo nulla della sua gravidanza. Per quanto ci sembri incredibile, questo è quello che per il momento certifica l’inchiesta”.