Valentina Misseri ha concesso un’intervista in cui ha ribadito la convinzione che ad uccidere la cugina sia stato il padre.
A pochissimo giorni dall’uscita della serie televisiva “Avetrana – Qui non è Hollywood”, un telefilm ispirato all’omicidio di Sarah Scazzi, uno dei casi di cronaca nera più famosi nella nostra nazione, Valentina Misseri, figlia e sorella di Michele, Sabrina e Cosima, le tre persone finite coinvolte nel processo per la morte della giovanissima ragazza, ha deciso di rilasciare un’intervista alla trasmissione Farwest, condotta da Salvo Sottie.
Ai microfoni del giornalista la donna ha ribadito una tesi che aveva già espresso più volte in passato, ovvero che ad uccidere Sarah Scazzi sia stato suo padre, che avrebbe poi ritrattato la confessione facendoli finire in carcere ingiustamente sua madre e la sorella, che nella sua opinione sono innocenti.
Dichiarazioni che arrivano oltretutto dopo che nei mesi scorsi, Michele Misseri ha finito di scontare la sua pena, era stato infatti condannati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere, ed era tornato a vivere ad Avetrana. Per Valentina Misseri non ci sono dubbi sul fatto che sia stato lui ad uccidere la ragazza, ed aver poi coinvolto la moglie e la figlia per evitare il carcere.
La donna ha poi avanzato un ipotesi anche sul movente che potrebbe aver spinto il padre a un omicidio così cruento: “Secondo me lui ci ha provato con Sarah. Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui lì poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre. Buona parte dell’opinione pubblica pensa che io faccia parte comunque di una famiglia di assassini, quindi vengo chiamata assassina”.
La Misseri ha poi spiegato che si è convinta dell’innocenza della madre e della sorella, anche leggendo le carte del processo, che dimostrerebbero a suo parere coma la prima versione fornita agli inquirenti da parte di Cosima Misseri, era “logica e lineare”. E che le forze dell’ordine si siano dunque lasciate influenzare dalla successiva confessione del padre.