Il docufilm sul campione di ciclismo Marco Pantani.
Il Caso Pantani, l’omicidio di un campione: il trailer
Un omicidio senza assassino. Manomissioni, raggiri e complotti sulla morte che aleggiano sulla morte di Marco Pantani. Il ciclista di Cesena venne rinvenuto senza vita il 14 febbraio 2004. A distanza di 16 anni Domenico Ciolfi porta in scena un docudramma, una dettagliata ricostruzione delle vicende vissute dal “Pirata”. Una ricostruzione minuziosa che porta alla ribalta complotti e raggiri commessi su Pantani.
Il Caso Pantani, l’omicidio di un campione: il trailer
Ciolfi racconta di come il Pirata sia stato ucciso per ben due volte. Una prima volta a Madonna di Campiglio nel 1999 quando venne escluso dal Giro d’Italia, vittima di un complotto messo in atto dalla Camorra. A rivelarlo è stato Vallanzasca che ha raccontato di un giro di scommesse clandestine tra boss. Una seconda volta è stata invece a Rimini, quel 14 febbraio 2004, quando Pantani venne rinvenuto senza vita in una camera d’albergo clamorosamente manomessa, a tal punto da far apparire il tutto come un suicidio provocato da un’overdose di cocaina. Un’indagine presto archiviata e un delitto senza punizione.
Il Caso Pantani, l’omicidio di un campione: il trailer
Ciolfi porta in scena un documentario forte. Una ricostruzione fatta avvalendosi di fascicoli legali, testimonianze dirette e dati precisi. A vestire i panni del campione sono tre personaggi differenti. Inizia Brenno Placido che porta i scena il giovane campione osannato da tutti. Poi Marco Palvetti che impersona l’atleta che vede il sogno frantumarsi sotto i piedi. Infine, Fabrizio Rongione che racconta ciò che resta di un uomo distrutto e senza via d’uscita. Orgoglio, tenacia, fragilità, c’è tutto questo nel docufilm sul Pirata. Un documentario che coinvolge e travolte dall’inizio alla fine.
Il Caso Pantani, l’omicidio di un campione: il trailer
A riaprire i fascicoli, a mettere in ordine foto e reperti, nonché voce narrante è Francesco Pannofino. Nel docufilm ci sono poi le testimonianze degli operatori del 118 rispetto all’inesistenza del bolo di cocaina rinvenuto, solo in un secondo momento, sulla scena del crimine. E poi, ancora le foto che ritraggono gli oggetti scagliati a terra senza un graffio, tra cui una specchiera e le tracce di sangue su muro e scalini riconducibili al trascinamento del cadavere. Ciolfi conclude il suo racconto con la certezza che “chi ha ucciso Marco Pantani è ancora libero”. Un omicidio quello del Pirata ancora irrisolto, come i tanti in Italia che ancora aspettano giustizia e un colpevole.